La convinzione di Rogers è che l'unico modo di aiutare una persona a liberarsi dei blocchi nella comunicazione e dei problemi di comportamento e relazionali è quello di fargli percepire l'accettazione incondizionata e la completa assenza di giudizio e di critica.
Nel trattamento di varie forme di dipendenza, il gruppo assume valore prioritario rispetto ad altre forme di percorsi di crescita individuale: ognuno, all'interno del gruppo conta sull'effetto empatico attraverso il feedback.
Nel gruppo si sperimentano infatti le stesse vicissitudini emozionali e gli stessi comportamenti del vivere quotidiano, soprattutto quei comportamenti e quei modi di fare che causano malessere, incapacità, bassa autostima, inferiorità, demotivazione esistenziale. Ogni membro del gruppo viene facilitato a stare in contatto con la propria pancia: cosa sente nel qui e ora, e prova a stare in contatto con la pancia dell'altro, per sviluppare il sentirsi e il sentire. Nel gruppo di incontro il facilitatore è chiamato a creare un clima psicologico di sicurezza in cui si realizzano gradualmente la libertà di espressione e la riduzione dell'atteggiamento difensivo.
In questa comune libertà di esprimere i sentimenti veri, positivi o negativi, si sviluppa un clima di fiducia reciproca. Ogni membro procede verso una maggiore accettazione di sé. Con una riduzione della rigidità difensiva gli individui possono ascoltarsi e imparare maggiormente l'uno dall'altro. Nei gruppi d’incontro ognuno è libero di essere quello che è, perché assume fondamentale valore l'essere presente, nel qui e ora. Il gruppo di incontro, con le sue varie ramificazioni e gruppi connessi, permette alla persona di divenire consapevole dei propri sentimenti sul cambiamento e di fare del cambiamento stesso una possibilità per migliorare la vita e l'interazione con gli altri
L'esperienza terapeutica del gruppo consente quindi di:
° promuovere la speranza
° promuovere l'universalità
° promuovere l'altruismo
° rivivere l'esperienza della famiglia di origine
° sviluppare le capacità di socializzazione
° avere modelli comportamentali da cui trarre ispirazioni
° promuovere l'apprendimento interpersonale
° promuovere la coesione del gruppo
° sperimentare la catarsi
Poiché gruppale è la nascita e la strutturazione della nostra stessa mente, poiché è nei gruppi che viviamo – a partire dalla famiglia – e poiché sono i gruppi molto spesso quelli che hanno scatenato certi meccanismi psicopatologici, allora è corretto lavorare con le famiglie e con i gruppi e attraverso i gruppi. Perché le relazioni possono far ammalare, ma è solo attraverso la relazione che ci si può curare. Ed ecco che le terapie familiari, di gruppo, di auto-aiuto e così via, partono sempre dallo stesso elemento: non si può curare la persona come se fosse un'isola.
Emozioni
Via Sibari 2/A Verona